Il mio giardino

Schapendoes, Dutch Shepard

 

Di solito ai primi di Ottobre, nelle zone incolte vicine all’acqua, si affacciano le fioriture dei topinambur. È come un mare di grandi margherite gialle, in questo periodo dell’anno proprio belle da vedere. A me segnalano che è ora di preparare il giardino per l’inverno. Poiché ho la fortuna di vivere in un paese mediterraneo  è presto fatto. Basta eliminare il secco, potare dove necessario e piantare i bulbi primaverili. Ecco tutto.

 

 

“Giardino”, nel mio caso, significa un balcone piuttosto stretto ma lungo una decina di metri. In origine la suddivisione dello spazio doveva essere metà piante e metà zona “living”. Niente di pretenzioso, per carità, solo due poltroncine e un piccolo tavolo. Poi, però, in modo discreto, silenzioso ma deciso, la vegetazione è avanzata. In un batter d’occhio l’ottanta percento della gestione dello spazio è andata a lei e qualche cosa mi dice che non abbia intenzione di fermarsi lì. A sua discolpa  devo ammettere che non le ho mai messo dei limiti.

 

 

Come molta altra gente ho anche io sempre cercato case con terrazza,  balcone o giardino, adatti a mettere a dimora delle piante. In mancanza anche i davanzali delle finestre sarebbero andati bene. Un mare di colorati fiori profumati di tutte le forme mescolati ad un alberello di limone e qualche cespuglio sono un’autentica gioia per gli occhi e balsamo per l’anima.

 

 

I primi tempi l’euforia nel vedere piante fiorite tutto l’anno e quindi anche a Dicembre, Gennaio e Febbraio aveva totalmente preso la mano. Non vi era, infatti, un solo vaso, anche il più piccolo, che non ospitasse qualche vegetale in procinto di sfoggiare il suo vestito più bello durante la stagione fredda. Con una certa riluttanza forse, visto le temperature non proprio ideali, ma può essere che sia sembrato solo a me.

 

 

Pian piano però  il mio giardino mi ha insegnato che c’è un tempo per germogliare, crescere e fiorire. Poi c’è il momento di mettere su frutti. E infine serve un periodo di riposo che permetterà alla vegetazione di ritrovare le forze necessarie per un nuovo ciclo di vita. È infatti durante la quiescenza che il regno di Flora si prepara con calma alle nuove sfide che l’attendono.

 

 

Seguire la crescita di delicate pianticelle o di semi alla ricerca del loro posto nel mondo è davvero appagante. E noi giardinieri siamo sempre pronti a dare loro un sostegno. Animaletti divoratori di radici  potrebbero intrufolarsi. Attacchi di afidi e di funghi, soprattutto quando è caldo e umido, vanno monitorati con attenzione. Cambiamenti di colore e di forma delle  foglie devono essere  riconosciute e curate tempestivamente per evitare malattie irreversibili. Se proprio non si può fare a meno, procediamo a trattamenti curativi meno invasivi possibili.

 

 

Il giovane verde vuole stare nel posto più appropriato per farsi coccolare dai raggi del sole e cullarsi dalle brezze del vento. Tutto nella giusta dose però. L’acqua non deve mancare mai. E poi ci sono vitamine e sali minerali in attesa di scendere in campo, se necessario.

 

 

Alla natura non si comanda ma se tutto va come dovrebbe andare, ad un certo punto, il giardino si risveglia in un attimo e con esso l’intera vegetazione. Per mesi sarà abbondante e generosa, colorata e profumata, rigogliosa, quasi chiassosa. Un paradiso per insetti, anche farfalle ed api, con possibilità di riposare o di pernottare sulle corolle o dentro i calici, qualora le forze fossero state mal calcolate.

 

 

È un momento di orgoglio e di grande soddisfazione, la stessa dell’allenatore alla prima vittoria importante dei suoi atleti o dei genitori quando i figli raggiungono i loro traguardi. Pura gioia mescolata con un profondo respiro di sollievo.

 

 

Non manco mai di ringraziare i collaboratori che mi affiancano da sempre con dedizione. Uno attento e pronto per eventuali necessità, l’altra sorveglia con attenzione che tutto proceda per il meglio. La gargolla appesa al muro tiene lontana gli spiriti malvagi. Un’antica  statua propiziatoria di legno sembra in stretto contatto con GeaDemetra, Flora e le altre divinità antiche. Siamo in una botte di ferro.

 

 

Si dice che il giardinaggio renda felici. Microbi (mycobacterium vaccae) nel terreno lavorato, inalando,  stimolerebbero la produzione di serotonina che ci renderebbe più rilassati e sereni.

 

 

Quando vedo le mie unghie nere e sento la schiena dolorante non ne sono così sicura. Allo stesso tempo però, aspetto già il ritorno della primavera quando l’alito di zefiro farà spuntare le nuove leve e porterà quelle dell’anno prima a fiorire di nuovo. Ci saranno vecchi amici e piante nuove, forse provenienti da paesi lontani. Altre, poco conosciute o dimenticate, saranno felici del benvenuto da parte dell’allegra combriccola. Come ogni giardiniere sulla terra, sono già pronta ad accoglierla, sostenerla e incoraggiarla.

 

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4 Comments

  1. Alessandro

    So di cani da guardia, cani poliziotto, cani pastori, ma cani col pollice verde mai

    1. Agnese

      Si impara sempre qualche cosa di nuovo…:)

  2. Alessandra

    Ho visto il tuo giardino piccolo stretto ma ricco di emozione…e comunque oltre ai fiori naturalmente, le foto più belle sono gi Ghibli e di Sophie.

    1. Agnese

      Grazie! Condivido, cane e gatto sono gli soggetti più belli ed interessanti…

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